MARIE CURIE - "Niente nella vita va temuto, dev'essere solamente compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno."

Silvia VernoticoSilvia Vernotico

Silvia Vernotico

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Due premi Nobel, uno in fisica nel 1903 e uno in chimica nel 1911, e la scoperta di due elementi (il polonio e il radio): stiamo parlando della scienziata polacca Maria Skłodowska-Curie, più nota al mondo semplicemente come Marie Curie.

Una mente brillante, la passione per lo studio e la grande determinazione l’hanno portata ad essere una delle scienziate più importanti del secolo scorso.

I coniugi Curie avrebbero potuto guadagnare molto dalle scoperte che fecero e dal loro enorme potenziale intellettivo. Invece, per tutta la vita preferirono perseguire una concezione altamente disinteressata della scienza: Marie e Pierre donarono all'umanità i risultati della loro ricerca, senza pretendere mai nulla in cambio.

Una determinazione e un amore incondizionato per la scienza costarono però la vita alla scienziata che morì a 66 anni (nel 1934) di anemia aplastica. Il motivo non è difficile da immaginare. 1601 anni: l'emivita del più comune isotopo del radio. Non sorprende, perciò, che gli effetti personali e gli appunti di Marie Curie siano ancora radioattivi. La maggior parte dei manoscritti d'epoca è conservata in scatole sigillate col piombo.

Nella sua autobiografia, Curie stessa racconta che, di notte, aveva l'abitudine di recarsi col marito in laboratorio per contemplare i bagliori che provenivano dalle provette, "uno spettacolo incantevole e sempre nuovo. I tubi luminosi brillavano di luci di fate, di fantasmi".

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