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HOT THIS WEEK IN FARMACEUTICA YOUNGER N.104

Silvia VernoticoSilvia Vernotico

Silvia Vernotico

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La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione condizionale all’immissione in commercio per ZYNTEGLO (cellule CD34+ autologhe che codificano per il gene della βA-T87Q globina) per pazienti di età pari o superiore a 12 anni con β-talassemia trasfusione-dipendente con genotipo non β0/β0, per i quali il trapianto di cellule staminali ematopoietiche è appropriato ma non è disponibile un donatore familiare con antigene leucocitario compatibile.

ZYNTEGLO rappresenta la prima terapia genica approvata in Europa per la β-talassemia trasfusione-dipendente (TDT).

La TDT è una grave malattia genetica causata da mutazioni nel gene della β-globina che si traducono in emoglobina ridotta o assente. Per sopravvivere, le persone con TDT mantengono i livelli di emoglobina nel loro organismo attraverso trasfusioni di sangue croniche per tutta la vita. Queste trasfusioni comportano il rischio di danni progressivi a più organi a causa di un inevitabile sovraccarico di ferro.

ZYNTEGLO è una terapia genica a base di cellule autologhe CD34+ geneticamente modificate che codificano per il gene della βA-T87Q globina. L’approccio terapeutico consiste nell’aggiungere copie modificate del gene della beta-globina (βA-T87Q globina) nelle cellule staminali ematopoietiche (haematopoietic stem cells, HSC) del paziente stesso. Ciò elimina la necessità di ricorrere alle HSC di un donatore. Le cellule staminali ematopoietiche sono raccolte e prelevate dal paziente attraverso un procedimento denominato aferesi. Queste HSC sono portate in laboratorio, dove viene utilizzato un vettore lentivirale per inserire una o più copie del gene della beta-globina A nelle HSC del paziente. Tale fase è chiamata trasduzione. Prima di ricevere le HSC modificate con la procedura di infusione, si sottopone il paziente a chemioterapia, per preparare il midollo osseo a ricevere le HSC modificate, reintrodotte poi attraverso infusione endovenosa. In seguito all’infusione con Zynteglo, le HSC CD34+ trasdotte attecchiscono nel midollo osseo e si differenziano per produrre globuli rossi contenenti βA-T87Q-globina biologicamente attiva che si combina con α-globina per produrre Hb funzionale contenente βA-T87Q-globina, cosí da ridurre notevolmente o eliminare la necessità di trasfusioni.

L'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata è stata supportata da dati di efficacia, sicurezza degli studi di fase 1/2 HGB-205 e Northstar (HGB-204) nonché dai dati disponibili di uno studio clinico di fase 3 Northstar-2 in corso (HGB-207) e Northstar-3 (HGB-212), lo studio di follow-up a lungo termine LTF-303. I dati della fase 1/2 HGB-205 hanno mostrato che il 75% (n=3/4) dei pazienti che non hanno un genotipo β0/β0 ha raggiunto l'indipendenza dalla trasfusione, nel senso che non hanno ricevuto una trasfusione per almeno 12 mesi. Nello studio di fase 1/2 di Northstar, l'80% (n = 8/10) dei pazienti che non hanno un genotipo β0/β0 ha raggiunto l'indipendenza dalla trasfusione.

La terapia genica ha ottenuto dalla Commissione europea la designazione di Priority medicines(PRIME) e la designazione di farmaco orfano per il trattamento della TDT, programmi che favoriscono lo sviluppo di farmaci in grado di offrire un importante vantaggio terapeutico rispetto ai trattamenti esistenti o di rispondere a bisogni terapeutici insoddisfatti. Ciò ha consentito una valutazione accelerata di Zynteglo, che è stata completata con i tempi più brevi mai visti prima per un medicinale per terapie avanzate (ATMP) ad oggi da parte dell'EMA.

La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione di Zynteglo a Bluebird bio, azienda biotecnologica statunitense. L'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata è valida in tutti i 28 Stati membri dell'UE, nonché in Islanda, Liechtenstein e Norvegia. La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha concesso la designazione di farmaco orfano a Zynteglo e la designazione Breakthrough Therapy per il trattamento della TDT. La biotech statunitense inizierà ora il processo di negoziazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco per favorire l’accesso alla terapia per i pazienti appropriati anche in Italia.

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