Una molecola candidato firmata Pfizer per il trattamento orale della psoriasi

Silvia VernoticoSilvia Vernotico

Silvia Vernotico

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Un gruppo di scienziati del colosso farmaceutico Pfizer ha individuato una molecola candidato, la 3-cyano-N-(3-(1-isobutyrylpiperidin-4-yl)-1-methyl-4-(trifluoromethyl)-1H-pyrrolo[2,3-b]pyridin-5-yl)benzamide, per il trattamento orale della psoriasi. Il frutto del lavoro degli scienziati è stato pubblicato sul Journal of Medicinal Chemistry.

La nuova molecola ha come bersaglio il recettore orfano per l'acido retinoico, RORC2, anche conosciuto come RORγt, localizzato nei linfociti Th17, agendo come un agonista inverso. RORC2 attiva l'espressione genica in percorsi di segnalazione che portano al rilascio della citochina IL-17, citochina proinfiammatoria responsabile dell'infiammazione nella malattia. Questa citochina è di per sé un obiettivo per i trattamenti della psoriasi. La ricerca di piccole molecole in grado di disattivare il recettore ha incontrato molti ostacolo soprattutto a causa del dominio altamente lipofilico di RORC2.

La chiave del successo della nuova molecola è stata l'introduzione di gruppi metilici che hanno permesso di aumentare la potenza e la selettività. Un metile in particolare ha risolto la rotazione di un'ammide, aumentando la lipofilicità della molecola e migliorando così la sua capacità di legarsi al dominio del recettore RORC2.

Il gruppo di scienziati ha testato il composto nei topi con una condizione simile alla psoriasi. Il gonfiore delle zone colpite nei topi è diminuito, così come i livelli di IL-17. Il blocco del recettore RORC2 potrebbe, però secondo i ricercatori, influenzare l'espressione di altri geni con effetti collaterali sconosciuti.

La molecola sarà oggetto di ulteriori studi per approfondire meglio il suo meccanismo d'azione e i suoi possibili effetti collaterali. Pfizer non è il solo nella ricerca di una molecola che abbiano una maggior compliance per il paziente. Per i pazienti per i quali le iniezioni e le infusioni sono un peso, una pillola autosomministrata per via orale può essere la soluzione più "compliante" per il paziente e finanziariamente meno onerosa per l'azienda che la immette sul mercato.

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